Per molti viaggiare significa prendere una pausa dalla routine, dal lavoro o dallo studio, ad oggi però può diventare un vero e proprio lavoro, ce lo dimostra Gabriele Saluci, documentarista di origini Gelesi, che con solo uno zaino in spalla ha percorso tragitti incredibili, come la tratta da Torino all’Islanda a bordo solo della sua bici.

La passione di questo giovanissimo ragazzo, classe 1990, nasce inizialmente grazie ai genitori, degli insegnanti che disponendo dell’intero mese di agosto per viaggiare erano soliti girare in camper per l’Europa. Compiuti i 18 anni intraprende le sue prime avventure prima affrontando il cammino di Santiago, per poi, in cerca di un viaggio più esotico e avventuroso, montare in sella alla sua bici e pedalare da Torino all’Islanda e ancora da Torino al deserto del Sahara. Inizia così a documentare la sua esperienza acquisendo sempre più popolarità grazie anche alla collaborazione col canale “Bike Channel” su SKY.

Le collaborazioni però non si fermano qui: nascono progetti con Trivago, Lonely Planet, Radio Capital e Lastminute. Nel 2016 con Ludovico De Maistre attraversa l’Etiopia in ape, questa volta condividendo la sua esperienza su Rai Tre nella rubrica “Viaggi a rallentatore”. Nello stesso anno decide di aprire i suoi viaggi al pubblico, nasce così “Sto Gran Tour”, un’agenzia di viaggi che offre agli aspiranti viaggiatori di ripercorrere gli itinerari che Gabriele ha affrontato, dall’aurora boreale al campeggio immerso nella natura e gli animali del Botswana: “quello che cerchiamo di offrire non è semplicemente un’esperienza turistica ma qualcosa che possa cambiare la vita” afferma Saluci. Nel 2020 con l’avvento del covid e dunque con l’interruzione del turismo, l’agenzia ancora giovanissima e in fase di avvio, subisce un notevole rallentamento; il documentarista non si lascia però demoralizzare e racconta di come ha approfittato di questo periodo per coltivare valori che spesso diamo per scontato: “Stiamo uscendo tutti da questa situazione devastante, e spero che l’incubo in cui ci siamo ritrovati ci abbia mostrato quanto prezioso è l’attaccamento alla propria casa: saper viaggiare vuol dire saper anche apprezzare il mondo in cui si vive e da dove si viene”. I suoi ultimi obiettivi da quando ha ripreso a viaggiare sono mettersi in gioco e provare a diventare un Ranger certificato e proseguire l’attività turistica diventando un ingranaggio del turismo lento, sostenibile e rispettoso della natura. A causa dei cambiamenti climatici è importante, dichiara, prestare maggiore attenzione all’ambiente e agli animali che popolano il pianeta, ecco perché studia tutti i giorni il comportamento animale in Botswana.

Simona Prestipino