A partire dal 9 marzo su Rai 1 tornano le puntate inedite del commissario Montalbano, il più amato della tv.

La serie dal 1999 non ha mai smesso di appassionare e tenere incollati allo schermo i telespettatori con le intrigate vicende tratte dai romanzi dello scrittore siciliano Andrea Camilleri. La serie è incentrata sulle vicende professionali e private di Salvo Montalbano (Luca Zingaretti), il Commissario di Polizia della fittizia cittadina siciliana di Vigata.

Le scene sono girate tra Scicli, Ragusa Ibla, Punta Secca, Modica, Donnalucata e Sampieri. Luoghi autentici, ricchi di fascino con scorci pittoreschi e una natura incontaminata che passa dagli ulivi, i carrubi, i vigneti ad una spiaggia con sabbia finissima. Questi luoghi grazie alla fiction hanno avuto grande eco anche all’estero.

Ogni anno migliaia di turisti stranieri scelgono la provincia iblea a caccia dei luoghi di Montalbano. La fiction è infatti seguita in oltre sessanta Paesi in tutto il mondo, dall’Inghilterra agli Stati Uniti, dall’Australia alla Danimarca, dalla Finlandia alla Francia, dalla Germania alla Repubblica Ceca, dalla Polonia alla Spagna, dalla Svezia alla Romania.

Saranno tre gli appuntamenti che andranno in onda solo ed esclusivamente nel mese di marzo il 9, il 16 e il 23.

I fan della fiction scopriranno anche come proseguirà la storia d’amore tra Montalbano e Livia, da sempre caratterizzata da equilibri particolarmente complessi.

Ma questo sarà un anno particolare perchè questa estate, proprio mentre stavano girando le scene per le nuove puntate, nel giro di poche settimane sono venuti a mancare sia il padre “biologico” di Montalbano, lo scrittore Andrea Camilleri, che il papà “televisivo” del Commissario, Alberto Sironi, regista della serie fin dal suo primo episodio del 1999, “Il ladro di merendine”. A proseguire il lavoro di Sironi è stato lo stesso Luca Zingaretti, che debutta così come regista di una serie televisiva.

Andrea Camilleri lascia un’eredità culturale inestimabile, una vera e propria lingua “nuova” all’interno dei suoi romanzi, realizzando una commistione tra italiano e siciliano, che non si limitava ad incastonare all’interno del testo parole siciliane, quanto piuttosto un vero e proprio lavoro strutturale che ha reso i suoi testi una sorta di spartito musicale, omogeneo e perfetto nel suono, morbido nella lettura.