Era già tutto pronto per dare il via anche quest’anno alla famosa festa del Mandorlo in fiore che avrebbe dovuto tenersi dal 28 febbraio all’8 marzo. La manifestazione richiama turisti da tutto il mondo perché unica nel suo genere.

Gli ultimi sviluppi della diffusione del coronavirus hanno spinto ad annullare la Festa del Mandorlo in Fiore 2020, o forse a posticiparla a data da destinarsi. È stata una decisione sofferta ma di buonsenso come l’ha definita il sindaco Lillo Firetto che ha dichiarato “Nessuno al momento è in grado di sapere come e in quanto tempo sarà possibile contenere il contagio. La salute delle persone va salvaguardata sopra ogni altro interesse”.

Questa festa ha radici storiche. La Sagra del mandorlo in fiore, poi trasferita ad Agrigento, in realtà nasce ufficialmente a Naro nel 1934 da un’idea del Conte Alfonso Gaetani, sia per festeggiare la primavera che per promuovere i prodotti tipici siciliani. Appare per la prima volta il 27 febbraio 1938, nello scenario della Valle del Paradiso. La caratteristica era quella di una festa agricola dove sfilavano carretti colmi di fiori e donne abbigliate con caratteristici costumi. Partecipavano molti comuni limitrofi come quelli di Aragona, Canicattì e Sciacca. Il 14 febbraio del 1937 la Sagra cambia location spostandosi nel suggestivo scenario naturale della Valle dei Templi.

Come accade spesso per gli eventi celebrati in Sicilia, anche la sagra del Mandorlo in fiore attinge alla mitologia: si riferisce infatti all’antico mito di Filide, principessa innamorata di Acamante figlio di Teseo. Teseo che, volle unirsi agli Achei quando partirono alla volta di Troia. Filide attese in una spiaggia il ritorno di Acamante ma, all’attesa non resse il suo giovane cuore. Quando Acamante fece ritorno, non trovò più la sua amata Filide, ma proprio sulla spiaggia dove Filide aveva trascorso il tempo del pianto e dell’assenza, ad attenderlo, il giovane Acamante trovò un albero di mandorlo. Nell’abbracciarlo, magicamente la pianta si coprì di candidi fiori di mandorlo, a testimoniare un amore che la materiale scomparsa di Filide, non aveva soppresso.