Questa mattina, presso la Corte di Appello del Tribunale di Messina, si è tenuta l’udienza durante la quale il Procuratore generale ha sostenuto che la richiesta di risarcimento danni per ingiusta detenzione avanzata dal leader di Sud chiama Nord Cateno De Luca e Carmelo Satta, Presidente Nazionale della Fenapi deve essere accolta.

La difesa riportandosi ai motivi di Appello ha sostenuto la richiesta di accoglimento in toto delle voci di danno lamentate, argomentando, nel caso di De Luca, della necessità di risarcire anche il grave danno all’immagine del Personaggio politico.

“Finalmente, afferma De Luca, viene restituita giustizia a me e al Presidente Satta. Nessuno certamente potrà restituirci il tempo perduto e le umiliazioni subite, ma con la pronuncia di oggi scriviamo la parola fine ad un capitolo doloroso delle nostre vite.

Siamo stati nel tritacarne giudiziario per anni. Considerate che tutto nasce da alcune denunce dei consiglieri comunali di Fiumedinisi. Quelle denunce hanno dato vita a una verifica fiscale della Guardia di Finanza che ha avuto inizio nel dicembre del 2013, quando ero sindaco di Santa Teresa di Riva, al mio secondo anno di mandato.

Una verifica fiscale iniziata a dicembre 2013 e che si è protratta per tutto il 2014, 2015, 2016 e sostanzialmente 2017.

Quattro anni di accertamenti, pedinamenti, intercettazioni ambientali e sequestri presso la maggior parte delle sedi della FENAPI sparse in tutta Italia. Pensate all’attività immane che è stata svolta e alle pressioni a cui siamo stati sottoposti.”

Cateno De Luca, insieme a Carmelo Satta, Presidente nazionale della FENAPI, e altri, erano già stati assolti perché il fatto non sussiste in primo il 10 gennaio 2022 secondo grado il 19 dicembre 2022 dall’accusa di associazione a delinquere finalizzata all’evasione fiscale. La sentenza di assoluzione è passata in giudicato perché la Procura di Messina ha rinunciato a ricorrere alla Suprema Corte di Cassazione, dopo aver ottenuto l’arresto di Cateno De Luca l’8 novembre 2017, subito dopo la rielezione di De Luca al Parlamento Siciliano, e un giorno prima dell’ultima udienza del processo per il quale era stato arrestato una prima volta il 27 giugno 2011.

“Dopo 16 processi e 2 arresti sono incensurato e continuo a lottare contro i poteri forti e il sistema politico mafioso a testa alta,” prosegue De Luca. “Già il 20 novembre 2017, subito dopo la revoca degli arresti domiciliari, avevo anticipato che avrei portato avanti un’azione per chiedere e ottenere di ristabilire la giustizia. Oggi la giustizia nella quale ho sempre creduto è prevalsa su tutto il resto. E ancora una volta stamattina come ho sempre fatto mi sono presentato in quell’aula di tribunale a testa alta per ottenere, una volta per tutte, l’ulteriore certificazione che Cateno De Luca non doveva essere arrestato e che la matrice delle mie vicende giudiziarie era esclusivamente politica”.

“Oggi certamente, prosegue De Luca, mi aspetterei le scuse dell’allora Presidente della Regione, Nello Musumeci, che si lasciò andare a dichiarazioni discutibili sul mio conto nell’immediatezza dei fatti. E mi aspetterei delle scuse anche da Matteo Salvini e da quanti mi bollarono come impresentabile.

Non so a quanto ammonterà il risarcimento danni e di cosa terranno conto. Forse solo dei giorni trascorsi in ingiusta detenzione, ma andrebbe calcolato anche il dolore subito e vissuto da noi, dalle nostre famiglie, dagli amici e dai dipendenti della FENAPI. Un ringraziamento lo rivolgo a quanti, soprattutto in quei momenti, ci sono stati sempre accanto manifestandoci il loro sostegno incondizionato. Un ringraziamento anche ai miei legali avv. Tommaso Micalizzi e Prof. Carlo Taormina.”

I legali manifestano fiducia sulla giustezza di una Sentenza, che se da un lato non potrà restituire al De Luca, un equivalente delle sofferenze ingiustamente sofferte, fungerà da esempio per le generazioni future e accrescerà di certo la fiducia nella Giustizia, troppo spesso violata e mortificata da pronunce assurde.

“Dedichiamo questo momento – conclude De Luca insieme al Presidente Satta – a tutte le vittime della malagiustizia ed ai magistrati che con grandi difficoltà organizzative e gravi condizionamenti ambienti riescono a garantire una giustizia giusta”.