La Russia ha comunicato che intende lasciare la Stazione Spaziale Internazionale dal 2024. Ad annunciarlo il nuovo Direttore della Roscosmos, l’agenzia spaziale russa. Egli ha dichiarato che la decisione è stata presa e che hanno in progetto la costruzione di una stazione orbitante russa. Questa scelta è stata presa come conseguenza delle numerose sanzioni inflitte dall’occidente dopo l’invasione dell’Ucraina.

Mosca in realtà aveva già lasciato intendere che avrebbe abbandonato questa collaborazione ventennale ma fino ad ora non aveva ancora specificato una data, aveva solo dichiarato che l’annuncio sarebbe stato dato con un anno di preavviso. Non solo, Rogozin, ex ministro della Difesa e vicepremier aveva inoltre aggiunto che la Russia avrebbe potuto smettere di riaggiustare l’orbita della Iss lasciandola cadere sulla terra. Infine, dietro le parole di Yury Borisov, che ha preso il posto di Dimitrij Rogozin poche settimane fa, si nasconde la minaccia di non partecipare alle azioni e ai costi di dismissione della ISS di cui è prevista la rottamazione nel 2030 anno in cui verrà fatta cadere nel Point Nemo, il punto più distante da tutte le terre emerse anche conosciuto come cimitero delle astronavi.

Subito dopo l’annuncio l’amministratore capo della NASA, Bell Nelson, ha rilasciato una dichiarazione affermando che non è ancora stato comunicato niente di ufficiale alla NASA. Scott Pace, che è stato vice assistente del Presidente e Segretario esecutivo del Consiglio Spaziale Nazionale dal 2017 al 2020, ha invece detto che questa decisione non è una sorpresa. Infine, Scott Kelly, attualmente uno dei più noti astronauti americani, ha twittato che il programma spaziale attuale dà a Putin la necessaria credibilità a livello nazionale e internazionale e che dunque l’annuncio della Russia non è altro che un bluff.

Bisogna prendere in considerazione anche la questione dei costi. Vista la situazione di crisi data dalla guerra è improbabile che la Russia riesca a coprire le spese da sola. In ogni caso se l’annuncio diventerà realtà saranno necessari diversi provvedimenti in quanto vi è non solo una forte dipendenza tra le varie strutture europee, russe, giapponesi e statunitensi, ma anche perché è previsto proprio nel 2024 l’aggancio di nuovi moduli privati della Axiom.