Tutti pazzi per la borraccia. Se un tempo questo oggetto era per lo più in voga tra gli sportivi adesso è una scelta che accomuna sempre più persone. Alla base vi è una questione etica, eliminare plastica il più possibile per il futuro del nostro pianeta.
Sul mercato esistono svariate tipologie di borracce di alluminio, plastica morbida, plastica rigida, vetro. Quale scegliere?
Di recente è stato reso noto uno studio condotto dall’Università La Sapienza di Roma incentrato sulle borracce di metallo e di alluminio, molto di moda in questi ultimi anni, che pare rilascino nell’acqua conservata al loro interno sostanze metalliche come alluminio, cobalto, cromo, manganese, nichel, piombo e rame. Siccome molte di queste sostanze sono già presenti nell’acqua che beviamo, il test è stato realizzato usando acqua demineralizzata.
Per effettuare la ricerca – realizzata dal Dipartimento di Sanità Pubblica e Malattie Infettive diretto dal professor Matteo Vitali e commissionata dalla Fondazione Acqua – La Sapienza ha utilizzato 20 tipologie di borracce comuni di diversi materiali plastici, di alluminio e di acciaio, che poi ha utilizzato come si fa nell’uso comune, cioè riempiendole e svuotandole di acqua, per quattro settimane di seguito.
«Dei 40 elementi metallici, semimetallici e non metallici ricercati è emerso che tutte le borracce analizzate ne hanno rilasciati un po’, ma con risultati molto variabili da borraccia a borraccia e spesso caratterizzati da cessioni multielemento anche di alluminio, cromo, piombo, nichel, manganese, rame, cobalto: in maggior quantità da quelle metalliche; in maniera molto più ridotta da quelle di plastica. Per quest’ultime, abbiamo anche cercato gli ftalati e il bifenolo A, composti chimici usati come eccipienti dei materiali plastici normalmente ricercati perché hanno un profilo di tossicità. Dalla nostra ricerca, che ha permesso di ottenere più di 24.000 risultati analitici, non ne abbiamo trovato traccia», ha spiegato il professor Vitali.
Negli ultimi anni si è passati alla demonizzazione della plastica ma ricordiamo che il PET, acronimo di Polietilene tereftalato, è riciclabile al 100% basta semplicemente riutilizzarlo. Esistono sul mercato anche borracce in plastica riciclata sostenibili e più sicure per la nostra salute.
Non scordiamo poi quelle in vetro. Nella borraccia in vetro non esiste rischio di contaminazione da parte di alcuna sostanza organica e, pertanto, il contenuto può essere anche prepotentemente acido o a base grassa. Per la produzione delle borracce, si usa il tipo borosilicato, anche conosciuto come Pyrex, una miscela di componenti simile a quella del vetro comune, ma da cui viene eliminato il piombo. Uno dei vantaggi è che tale composizione consente di mantenere la purezza, con evidenti motivazioni anche estetiche, e di garantire un’ottima resistenza alle alte temperature e agli agenti chimici, rendendo dunque la borraccia di vetro adatta persino alle bevande calde. Un’altra nota positiva è la facilità di pulizia, anche comodamente in lavastoviglie.
Quando si acquista quindi una borraccia bisogna sempre stare attenti ai materiali, alla presenza del marchio Ce o il simbolo per uso alimentare, controllare se è rintracciabile e quindi vedere se ha il numero di lotto che consente di risalire a chi l’ha prodotto, e verificarne l’interno, che dovrebbe essere liscio e il più possibile privo di saldature. Il professor Vitali consiglia inoltre di annusarle prima, diffidando da quelle che emanano un odore forte e sgradevole.