Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte già nelle prossime ore, in vista della scadenza del dpcm del 13 aprile, vedrà i rappresentanti delle imprese e dei sindacati, oltre alle Regioni, per decidere come allargare il novero delle attività consentite.

Le riaperture mirate riguarderanno oltre le filiere strategiche come quella alimentare, farmaceutica e sanitaria anche la manifattura, in particolare la meccanica, l’edilizia e il commercio, soprattutto quello all’ingrosso.

Ovviamente le aziende dovranno rispettare i criteri del distanziamento sociale e nel caso prevedere l’obbligo di mascherina e altri protocolli di sicurezza.

Il rappresentante per l’Italia dell’Oms, Walter Ricciardi, ha parlato di aperture pilotate attraverso il testing e il tracking cioè più tamponi e test sierologici per capire chi è già venuto a contatto con il virus e app per il tracciamento.

Bisognerà comunque aspettare i primi giorni di maggio per avere un quadro più preciso e per verificare se il virus stia davvero arretrando.

Per quanto riguarda gli spostamenti e le uscite dei cittadini è probabile che la presa si allenti intorno al 4 maggio in modo tale da evitare gli esodi di massa del 25 aprile e 1 maggio come è già stato fatto per la Pasqua.

La vita degli italiani nella cosiddetta fase 2 sarà ancora fatta di turni per entrare nei negozi, distanza di sicurezza e dispositivi di protezione.

Gli scienziati dicono inoltre no a una riapertura di asili, scuole e università. Si tratta infatti di far muovere 12 milioni di persone: otto milioni e mezzo di studenti, un milione di docenti e uno di personale, più i genitori. Dunque se ne riparlerà a settembre.