Una nuova vittoria per il made in sicily: il cappero delle Eolie diventa Dop.

Il marchio Dop, acronimo che sta per denominazione di origine protetta, contrassegna un prodotto agricolo alimentare le cui caratteristiche e la qualità sono derivanti esclusivamente dall’ambiente geografico in cui viene prodotto.

Si tratta di una vera e propria garanzia per il consumatore perché un prodotto per essere riconosciuto tale deve rispondere a elevati standard qualitativi. La lista dei prodotti siciliani con il prestigioso marchio è davvero lunga, dalle arance di Ribera alle ciliege dell’Etna e ancora il formaggio ragusano, il formaggio Vastedda della Valle del Belice.

Vediamo ora nel dettaglio le caratteristiche del cappero delle Eolie.

“Struttura solida, forma sferica o leggermente appiattita con apice pronunciato, superficie glabra, colore verde tendente al senape con striature violacee, privi di sostanze estranee visibili, calibro non inferiore a 4 mm per i capperi e non superiore a 20 mm per i cucunci, sapore intenso e pungente, odore aromatico, forte, senza alcuna inflessione di muffa o odori estranei”.

Ecco l’identikit del cappero perfetto secondo il disciplinare per il Cappero delle Isole Eolie DOP.

Nelle Eolie si raccolgono l’anno circa 600/700 tonnellate di capperi. La raccolta avviene esclusivamente a mano e si effettua, come un rito quasi sacrale, tra i primi di maggio e la metà di agosto.

È un lavoro molto delicato e faticoso che solo mani espertissime sono in grado di effettuare con perizia, raccogliendo, uno per uno, i gustosi boccioli nella parte apicale dei rametti novelli senza danneggiarli. I capperi appena raccolti non possono essere commercializzati allo stato fresco ma necessitano di un giusto periodo di maturazione (30/45gg) e attente cure. Durante tale periodo il prodotto viene conservato con periodiche e decrescenti aggiunte di sale marino fino a quando non assume il colore tipico, l’aroma caratteristico, il sapore intenso e gradevole, l’aspetto consistente. Più piccolo è il calibro, più sono pregiati e più deciso è il sapore.

Le gemme non raccolte si ingrandiscono e successivamente si dischiudono ed all’apice di uno stelo (gambo), presentano il “frutto” dell’arbusto omonimo detto in termini dialettali e gergali “Cucuncio”.