Un nuovo tiro mancino è quello che la vita ha riservato ad Alex Zanardi.

Stava partecipando alla staffetta amatoriale Obiettivo 3 lungo la strada 146 in prossimità di Pienza, nel Senese, quando è finito nell’altra carreggiata e si è scontrato con un camion.

Da Venerdi 19 Giugno, giorno dell’incidente, le sue condizioni sono critiche.

Durante l’incidente guidava la sua handbike, proprio quel mezzo che avrebbe dovuto essere strumento di rinascita, il simbolo di chi nella vita non si arrende.

Il primo incidente gli portò via entrambe le gambe. Era il 15 Settembre 2001 quando Alex Zanardi, allora pilota di Formula 1, durante una gara in Germania subì un incidente gravissimo.

All’epoca il suo caso fu oggetto di studio perché sopravvissuto con meno di un litro di sangue in corpo per ben 50 minuti.

Da allora la sua vita subì un drastico cambiamento ma al primo posto rimase la voglia di vivere a pieno senza rinunciare all’adrenalina, alla passione per la velocità.

Nel 2003 Alex Zanardi tornò sulla pista in cui due anni prima era stato protagonista di quell’orribile incidente guidando una vettura modificata alle sue nuove esigenze, per concludere seppur simbolicamente quei famosi 13 giri della gara.

Il suo grande amore per lo sport lo portò ad avvicinarsi al mondo del paraciclismo, iniziò a correre in handbike nelle categorie H4 e H5.

Nel 2012 arriva la medaglia d’oro alle Paralimpiadi a Londra nella categoria a cronometro H5.

Solo due anni dopo partecipa al triathon IronMan che prevede: 3,8 km da percorrere nuoto;
180 km con la handbike; 42 km con la carrozzina olimpica. Riuscì a stare sotto il tetto delle 10 ore.

Un uomo davvero straordinario, un esempio di vita, un vero eroe moderno.

Adesso sta vivendo la lotta più dura quella tra la vita e la morte. Le sue condizioni cliniche rimangono invariate nei parametri cardio-respiratori e metabolici, mentre resta grave il quadro neurologico. Alex è sedato, intubato e ventilato meccanicamente e la prognosi è riservata.

Il mondo intero tifa per lui. Forza Alex.