Un’opera monumentale «che ha trovato nella Scuola il senso», ha detto a “Undici Tredici” Antonio Presti, mecenate e presidente della Fondazione Fiumare d’Arte. Alla realizzazione di quella che è la più grande scultura al mondo in bassorilievo ceramico hanno contribuito ventimila persone del quartiere Librino, che «hanno affermato un diritto alla cittadinanza che passa solo attraverso il più grande potere della vita, che è quello del sapere, della conoscenza».

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