Si è spento all’età di 71 anni, in un ospedale delle Asturie lo scrittore cileno Luis Sepúlveda.

Il coronavirus ha portato via anche lui che ci ha insegnato a volare, sognare e viaggiare con la mente.

Il virus lo aveva colpito un mese fa, ha avvertito i primi sintomi di COVID-19 il 25 febbraio e due giorni dopo è stato ricoverato al Central University Hospital of Asturias di Oviedo.

Autore di libri di poesia, «radioromanzi» e racconti – oltre allo spagnolo, sua lingua madre, parlava correttamente inglese, francese e italiano – ha conquistato la scena letteraria con il suo primo romanzo, “Il vecchio che leggeva romanzi d’amore”, apparso per la prima volta in Spagna nel 1989 e in Italia nel 1993.

Amatissimo dal suo pubblico, in particolare dai lettori italiani, ha pubblicato da allora numerosi altri romanzi, raccolte di racconti e libri di viaggio, tra i quali spicca “Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare”.

Nel 2016 Sepúlveda fu invitato a Catania per la consegna del premio Sicilia e durante la standing ovation dei suoi tantissimi fan accorsi all’anteprima nazionale del nuovo romanzo “La fine della storia” disse: «Onore al merito della Sicilia, terra di accoglienza e tolleranza, alla quale rendo omaggio facendomi portavoce di Amnesty International e Medici senza frontiere, due organizzazioni con le quali sono orgoglioso di collaborare».