Qualche giorno fa vi abbiamo parlato delle “case a 1 euro”, un progetto a cui hanno aderito alcuni borghi siciliani per evitare non solo il fenomeno dello spopolamento, ma anche per valorizzare quei paesini che non sempre vengono inclusi negli itinerari dei turisti. Negli anni, dopotutto, fin troppe località hanno perso la battaglia contro il tempo: parliamo dei paesi fantasma, luoghi che celano nella loro desolazione tanta storia e bellezza. Il silenzio che avvolge le case in rovina solo di tanto in tanto viene rotto da qualche curioso visitatore in cerca di scatti suggestivi. Andiamo a scoprire più nel dettaglio dove si trovano alcuni di questi luoghi deserti, meta ottima per gli amanti della solitudine e della quiete.

Cunziria

Non lontana da Vizzini, in provincia di Catania, sorge questo borgo settecentesco costituito da quaranta casette-bottega dove i circa cento abitanti conciavano il cuoio, “a cunziria” sta proprio a significare “la conceria”, era infatti il luogo ideale per questo tipo di lavoro grazie alla sua esposizione al sole e alla sorgente attorno alla quale vi era abbondanza di tannino. Tale luogo fece anche da sfondo all’opera Verghiana “Cavalleria Rusticana”, l’autore infatti ambientò lì sia il duello tra compare Alfio e Turiddu Macca che le notti d’amore tra Lola e Turiddu. Il piccolo paese, che fu abbandonato in seguito alla rivoluzione industriale quando la pratica della concia divenne obsoleta, è oggi proprietà della provincia di Catania in comodato d’uso gratuito al Comune di Vizzini.

Villaggi Ischina

Questo agglomerato di piccoli paesi, fatti edificare negli anni Cinquanta dalla Regione Siciliana, si trova a Francavilla di Sicilia, in provincia di Messina. In seguito all’esproprio di latifondi portato avanti dall’Ente per la Riforma Agraria in Sicilia, i contadini che ne avessero fatto richiesta avrebbero potuto acquistare le abitazioni con canoni agevolati e dilatati nel tempo. Il progetto tuttavia fallì dopo appena dieci anni in quanto le abitazioni, che erano costituite da appena due locali, una cucina e una camera da letto, non disponevano né di rete elettrica né di acqua. I villaggi facenti parte dell’agglomerato sono Schisina, Borgo San Giovanni, Bucceri-Monastero, Pietra Pizzuta, Malfitana, Piano Torre, Morfia.

Borgo Schirò

Nato dai progetti di bonifica delle aree paludose dell’isola durante il regime fascista, visse il suo massimo splendore tra gli anni Quaranta e Cinquanta quando costituiva una realtà urbana compatta, viva e dinamica in cui si potevano contare circa cento abitanti. Il declino del borgo iniziò già negli anni Sessanta, all’epoca infatti il borgo si poteva già considerare semi deserto in quanto a viverci era rimasta solo una famiglia, proprietaria della tabaccheria e dell’alimentari, e il prete. Oggi il paese non è altro che una piazza deserta circondata da abitazioni vuote e malridotte.

Gibellina

Questo centro dell’entroterra siciliano, in provincia di Trapani, fu protagonista di un terribile terremoto avvenuto nel 1968 che interessò tutta la Valle del Belice. Il bilancio del terremoto fu di oltre mille morti, sei paesi distrutti e 98.000 persone rimaste senza una casa. All’epoca il sindaco fece di tutto per dare risonanza alla tragedia che aveva colpito il paese e tentò di dare un forte slancio turistico alla zona, coinvolgendo numerosissimi artisti. Richiamò infatti l’attenzione dell’architetto Alberto Burri che realizzò sulle macerie il “Grande Cretto”, un’opera di land art (tra le più grandi al mondo), realizzata con una colata di cemento bianco che ricostruisce simbolicamente i vicoli dell’antica città.