Oggi, 25 luglio, l’Italia ricorda una data storica: la caduta del fascismo, nel 1943. Dopo anni di terrore quella sera, via radio venne annunciata la notizia: immediatamente si tennero festeggiamenti, riunioni e cortei spontanei che durarono fino al giorno seguente. La folla distrusse statue, stemmi, effigi e altri simboli della dittatura, bruciò le foto del duce e si radunò vicino le carceri per richiedere la scarcerazione dei prigionieri politici.

Già ai primi di luglio dello stesso anno la situazione per Mussolini era precipitata con l’occupazione da parte delle truppe anglo-americane della Sicilia. Questo evento rappresentò un vero e proprio colpo di grazia per il dittatore che già da tempo vedeva segni di crisi e malcontento generale, in particolare da parte della popolazione che si era espressa tramite numerose proteste. Il re Vittorio Emanuele III decise così di prendere accordi con i membri del Gran Consiglio del Fascismo. Essi, dunque, chiesero le dimissioni di Mussolini: 19 i voti a favore della mozione, 7 i contrari, 1 astenuto. Il giorno dopo il re fece arrestare Mussolini affidando la creazione del nuovo governo a Pietro Badoglio, determinando la caduta del fascismo.
Per commemorare il 79° anniversario dalla fine della dittatura l’associazione nazionale partigiani festeggia ricordando il gesto dei fratelli Cervi: offrire pastasciutta al paese. Ad avere l’idea allora fu Aldo Cervi che propose al padre Alcide di fare la pastasciutta e portarla a tutti gli abitanti del quartiere per festeggiare senza il timore che arrivassero le camicie nere. Qualche mese più tardi, dopo un mese di prigionia, i sette fratelli Cervi morirono per mano dei fascisti mentre il padre, loro compagno di cella, rimase imprigionato fino all’8 gennaio dell’anno seguente, quando il carcere in cui era detenuto venne bombardato dagli alleati. Diversi sono i comuni che aderiscono a questa iniziativa, molti dei quali siciliani come Catania e Caltanissetta. La manifestazione inoltre è ancora più importante quest’anno, non solo come simbolo antifascista ma anche come segno di pace contro le numerose guerre che si stanno combattendo.

Simona Prestipino